L’Individuo e la massa

Quando nasce l’individuo,

immediatamente sorge una forza antagonista

Quando nasce l’Individuo, subito prende vita una forza antagonista, una folla pronta ad eliminarlo. E questo gioco mortale di guardie e ladri tra gli individui e la folla, iniziato nella notte dei tempi, continua ancora ed è, di fatto, il nodo gordiano della visione politica. Il massacro degli innocenti può essere rimosso attraverso il paradigma scientifico universale.

 

La massa è antagonista all’Individuo. È sempre stato così, senza eccezioni. L’Individuo è vivo, le masse sono antibiotici. E la lotta tra l’Individuo e le masse, la persecuzione dell’individualità, è stata una costante della nostra storia. Abbiamo bisogno dell’Individuo e allo stesso tempo, come specie, abbiamo un impulso irresistibile a sopprimerlo.

Questo è il paradosso meno esplorato e più oscuro della nostra civiltà: ha le sue radici nella parte più profonda del nostro essere, dove risuona ancora l’ululato di un predatore notturno, l’eco di una nostalgia animalista.   La nascita dell’Individuo s come se in mezzo a un branco di leoni intenti ad assalire la loro preda e a dividerla, uno di loro si alzasse sulle zampe posteriori, apparecchiasse la tavola e usasse le posate. Verrebbe immediatamente fatto a pezzi.

 

L’Individuo ci spaventa…

 

Solo attraverso il contatto diretto con un vero Individuo, ascoltando la sua voce e vedendolo agire, possiamo renderci conto della nostra pigrizia, della nostra ignavia e della nostra insopportabile deformità interiore.

Lo sforzo necessario per cambiare è troppo grande, vero? Preferiamo eliminare l’oggetto del confronto: è più facile spaccare il grillo parlante con un martello e sopprimere quella voce persistente che ci spinge a migliorarci – sembra essere la soluzione più semplice.

Tuttavia, la soppressione del nostro antagonista, se riuscisse, porterebbe ad una crisi maggiore. Da un punto di vista verticale, le masse e l’individuo sono una sola realtà, due pistoni dello stesso motore. L’uno non potrebbe esistere senza l’altro, così come è inimmaginabile un bastone con una sola estremità. Sono aspetti inseparabili di una sola realtà.

La politica potrebbe essere un gioco, se guidata da un uomo verticale. D’altra parte, se guidata da un uomo comune la politica è solo arroganza, vanità, abuso di potere, odio e morte.

La politica come divisione e conflitto è finita. È morta. E non ha soluzioni, a meno che non si elevi ad un nuovo livello. La politica come la conosciamo è un’espressione statica dell’esistenza; ma, una volta resa dinamica e verticale, questa potrebbe diventare l’Arte del Sognare.

Deve nascere una politica distaccata e consapevole di sé. Sarà vista come un gioco, parte del Sogno. Un futuro leader politico deve sognare e rinnovarsi continuamente. Deve diventare una poesia e così facendo attua un processo di integrazione con il proprio Essere.

L’educazione è un’ attività sovversiva

 

L’educazione può creare le condizioni per la crescita di uomini che possano eliminare ogni conflitto dal loro essere, che pensino in termini di una scala, che abbiano trasceso le divisioni tra credenze, partiti politici, ricchezza e razza. Questi uomini creeranno una nuova politica e una nuova economia. Per questo abbiamo bisogno di nuove scuole e nuove università. L’educazione, al suo meglio, è l’eliminazione della stupidità, in tutte le sue forme e manifestazioni.

Ma è soprattutto per il suo potenziale di preparare uomini straordinari

che l’educazione potrà diventare un’attività altamente sovversiva.