Introduzione a ‘Nessun conflitto interno, nessuna guerra fuori’
Estratti dal nuovo libro
Sulle sponde della vittoria
Era mattina, dopo una dura battaglia. Ogni singola emozione era esaltata dall’adrenalinica paura ed i muscoli erano saturi dalle immagini di un campo di battaglia disseminato di cadaveri squarciati come un veleno che mi perseguitava, dissolvendosi lentamente come la brace di un fuoco morente. Il Dreamer mi aveva spinto oltre ogni limite, quanto rimaneva di me non poteva essere paragonato al ramo di un albero possente bensì al ramo d’ulivo portato a Noè dalla colomba, ero la promessa di ciò che sarei diventato.
La Scuola che il Dreamer aveva fondato aveva riscosso un enorme successo, e gli studenti di tutta la nazione erano pronti ad iscriversi. Con la missione di dare un percorso unico verso la rivelazione dell’unità interiore e della volontà, creando sognatori pragmatici, filosofi d’azione – la più strategica risorsa per una società, per una nazione – una nuova generazione di leader in grado di armonizzare il potere finanziario e l’amore, di approcciare il business al pari di una causa con abilità, energia, moralità, in una sola parola: l’integrità.
I corsi dovevano essere progettati secondo le indicazioni del Dreamer per preparare leader visionari, non per trasferire un insieme pronto di convinzioni e preconcetti, né per dare agli studenti una conoscenza libresca, imposta dall’esterno, ma per promuovere ideali più elevati e prepararli a superare i loro limiti interiori, coltivando un pensiero indipendente e una vera passione per la libertà e la grandiosità. Scienza, Arte e Coscienza erano gli strumenti utilizzati nei suoi programmi volti ad amplificare e portare alla luce le qualità interiori, gli ideali e i valori di ogni singolo individuo.
Nella Scuola del Dreamer rieccheggiavano gli insegnamenti delle antiche Scuole dell’Essere, appartenenti a un lignaggio senza tempo di studi volti all’evoluzione e alle più alte conquiste dell’uomo. Portare avanti il progetto, volare sulle ali della visione del Dreamer e ricoprire quel ruolo che mi avrebbe portato alla realizzazione della mia integrità, si era rivelato un compito quasi impossibile. Di fronte a Lui anche il problema più insignificante diveniva un ostacolo apparentemente insormontabile.
Fin dai primi momenti, la battaglia per fondare le sedi in Italia si era rivelata molto più aspra di quanto mi aspettassi, e l’asta che mi era già sembrata un problema insormontabile appariva ora come un sassolino nelle fondamenta di un’imponente costruzione. Il Dreamer mi aveva sottoposto a dure prove, e niente, né in terra né in cielo, avrebbe potuto prepararmi alla vita meglio di quelle battaglie che Egli aveva scelto. Ancora oggi il mistero di quelle vittorie rimane per me invisibile e sfuggente come il Dreamer stesso.