La politica e il sogno

 

L’economia e la politica non funzionano

 

Da anni il Dipartimento di Economia della European School of Economics, conduce studi sulle origini della ricchezza delle nazioni e sui fattori che determinano il vantaggio competitivo, nonché sui problemi dello sviluppo economico e sulle reali cause della povertà endemica in vaste aree del pianeta.

Lo scopo di questa ricerca è stato quello di scoprire perché l’economia, così come la politica, non funziona. La lotta contro l’arretratezza e la povertà delle popolazioni sottosviluppate, la complessità dei sistemi, l’inquinamento ambientale e la criminalità nei paesi industrializzati, sembra essere priva di una via di fuga.

 

La ricchezza delle nazioni

La ricchezza delle nazioni, il loro livello di prosperità e benessere, la stabilità e la maturità delle loro istituzioni, sono gli effetti del modo di pensare e di sentire dell’uomo. L’economia di un paese non è altro che la proiezione del suo sistema di valori, delle sue idee e dei suoi principi.

 

Per cambiare il nostro destino, anche economico o finanziario, dobbiamo quindi prima cambiare la nostra visione interiore. Il sistema di valori morali, idee e principi in cui crediamo ne è la causa, e gli eventi economici ne sono l’effetto. Questo vale per un paese, per un’organizzazione, per un uomo e per una civiltà. Quindi la vera differenza tra le nazioni non è creata dalla quantità di ricchezza, che è comunque misurata ed è al massimo un effetto, o dalla disponibilità o mancanza di risorse naturali o tecnologiche, ma dalla differenza nella qualità delle loro idee, dall’ampiezza del loro modo di pensare e di sentire, dalla profondità del sistema di valori morali di quelle popolazioni. Allo stesso modo la differenza tra gli uomini non è la ricchezza, la razza o le convinzioni, ma è psicologica.

 

La politica e il pensiero conflittuale

 

Come l’economia, anche la politica è il riflesso della psicologia dell’umanità ordinaria.

Il mondo è una proiezione della nostra psicologia.

Una psicologia conflittuale guidata da istinti razziali e territoriali, basata su una visione predatoria del mondo, su una logica binaria, duale, dove opposizione, contrasto, antagonismo e competizione sembrano una parte permanente e indispensabile della storia dell’uomo. La politica è intesa come un’attività faziosa basata sull’egoismo e sulla cieca affermazione dei propri interessi e di quelli del proprio gruppo rispetto agli altri.

Continuerà ad esistere mentre la maggior parte dell’umanità è governata da emozioni malate,

che pensa e sente negativamente.

L’uomo è un progetto incompleto un essere imprigionato che crede di essere libero, una moltitudine frammentata che crede di essere un’unità. “L’uomo è una corda su un abisso teso tra la bestia e il superuomo”, realizzò Nietzsche. Egli predisse un’epoca in cui l’umanità “non punterà più la freccia dei suoi desideri al di fuori dell’uomo e la corda del suo arco avrà dimenticato come vibrare”.

La psicologia ordinaria, che nel nostro studio chiamiamo orizzontale, è quella di un essere che manca di unità interna, di temperamento frettoloso, suscettibile, agitato internamente da una legione di emozioni, pensieri e desideri contrastanti che lo tirano in direzioni opposte e lo lacerano, creando conflitti, divisioni, criminalità e guerre all’esterno.

La politica è il suo specchio.

 

L’Uomo Verticale

 

La posta in gioco non è solo economia e politica, ma anche il futuro della specie Homo Sapiens. La nascita e il sorgere di un uomo nuovo, dotato di un sistema psicologico più evoluto, non è un’opzione, ma una condizione di sopravvivenza per tutta l’umanità.

Risalendo il percorso al di fuori dei confini dell’economia la nostra ricerca ha attraversato i domini scientifici di numerose altre discipline come l’antropologia, la sociologia, e persino l’etologia, la scienza che studia il comportamento e le abitudini degli animali.

Una volta identificata, abbiamo chiamato questa nuova specie: l’uomo verticale. Non è un’ evoluzione della vecchia umanità, ma è un essere assolutamente originale, dotato di una psicologia libera da conflitti interiori e dalla zavorra di emozioni negative.

La sua logica non è binaria, la sua mente non funziona per contrapposizioni, il suo spirito non è in conflitto. Conosce l’esistenza dei livelli, i gradini a cui ogni cosa appartiene nella Scala dell’essere e vede il mondo attraverso questo ordine, questa gerarchia e non attraverso l’attrito degli opposti. Gli opposti sono semplicemente due lati della stessa realtà, come le due estremità di un bastone. Dietro si cela un’armonia nascosta, come già conosceva Eraclito –La gerarchia è Dio.

L’uomo verticale ha una dimensione in più.

Il suo punto di vista è dall’alto. È sia l’osservatore che l’osservato, lo scienziato e la cavia, l’individuo e la folla, e come tale ha una psicologia più completa o, potremmo dire, appartiene a una specie più intelligente. Unificando e armonizzando gli opposti dentro di sé, sa usare il conflitto esterno come propellente per la sua evoluzione.