La Musica della Vita
Quale canzone stai cantando?
Il mondo è tutto nella nostra testa.
Osservate una giornata. Prendetela come l’epitome di una vita.
Osservate le parole che pronunciate. Classificatele. Individuate quelle che pronunciate di più… Osservate i sentimenti che provate. Classificateli. Individuate quelli che sono più frequenti… Osservate i pensieri di una giornata. Classificateli. Individuate quelli che ricorrono con maggiore frequenza. Vi accorgerete che essi si ripetono e che noi siamo abbastanza monotoni. Fate una classificazione delle sensazioni fisiche che provate in una giornata. Via accorgerete che c’è poco di nuovo anche nelle vostre sensazioni. Questa indagine in effetti ci renderà evidente che la nostra macchina è già programmata ad avere quelle sensazioni, quelle emozioni, quei pensieri, ad emettere quelle parole… Come uno strumento musicale che vibra ad un certo ritmo, emette quel suono ed occupa una strettissima fascia nell’infinito delle tonalità, delle vibrazioni, dei suoni possibili..Ci accorgeremo che tutti i giorni cantiamo la stessa canzone… ed il mondo esterno, quello che chiamiamo la realtà, non fa che obbedire a quel ritmo, a quel suono. La nostra realtà corrisponde perfettamente al nostro “rate of vibration” ed il mondo è stretto o meno stretto, largo o meno largo a seconda della nostra canzone, della intensità della nostra vibrazione. Quando saremo diventati più bravi ad osservarla, a vederne la mono-tonia, allora sorgerà anche la volontà di allargare questo pentagramma.
Come un pianoforte, che rispetto agli altri strumenti ha una vastità di ottave tale da usare due pentagrammi, così esistono uomini che hanno un’ampiezza espressiva più grande di altri. Uomini che suonano una musica che si estende su tre, quattro, cinque pentagrammi… perché il loro “sogno” è troppo vasto per stare nella stretta fascia di note che basta a tutto il resto dell’umanità. Un giorno il nostro essere sarà così ampio da poter ascoltare la canzone degli altri… il suono che emettono gli altri… la profondità e l’altezza delle loro ottave.. il colore, il timbro, il ritmo delle loro note. Ci accorgeremo che l’umanità ha un canto di dolore, di dubbio, di paura, perché pensa e sente negativamente.
Due uomini fanno affari perché c’è questa fusione di ritmi, questa compatibilità di suoni… perché c’è questa armonia. E un’azienda incorpora un’altra azienda per l’ampiezza della sua musica. E una civiltà conquista un’altra civiltà e l’assorbe per la vastità di ottave, di suoni della sua musica.
Tutto il mondo è nella nostra testa, come la musica che suoniamo, che ascoltiamo.
Osservate la difficoltà di cambiare anche un solo termine del nostro lessico giornaliero. Senza parlare di trasformare un pensiero, un’emozione… Osservate l’impossibilità di captare una nuova idea…di “sognare” qualcosa di originale, qualcosa di impossibile…che esca dal nostro pentagramma. La stessa differenza che c’è tra un esecutore e un musicista che crea, che capta la sua musica dall’immenso, dall’alto.
La maggior parte dell’umanità è obbediente a una programmazione già fatta dalla nascita, dall’infanzia… prodotta da insegnati monotoni e da profeti di sventura che ci circondano… dai genitori che non possono fare altro che comunicare la stessa canzone che essi hanno imparato da genitori che, a loro volta, l’hanno appresa dai loro genitori.
Evadere da questa fascia ristretta in cui è imprigionata l’umanità, dalla monotonia della loro musica. Questo è l’obiettivo del nostro lavoro. Evadere dalla povertà della vita ordinaria. Noi studiamo economia per essere indipendenti, liberi, ricchi. Ma per essere indipendenti, liberi, ricchi, bisogna essere indipendenti, liberi e ricchi nella nostra testa… Qualcuno obietterà che il vero obiettivo di un uomo è di diventare ricchi nello spirito…ma lo spirito è già ricco.
Noi dobbiamo fare sforzi per diventare ricchi nella nostra testa e nel nostro corpo. La caduta di Adamo ed Eva, il peccato originale, è la loro separazione dallo spirito. La perdita del paradiso è cantare sempre la stessa canzone. Questo è l’inferno..questa è la povertà..questa è la malattia, questa è la vecchiaia, questa è la morte.
Incontro imprenditori tutti i giorni, incontro impiegati, professori… uomini ricchi e uomini poveri.. incontro politici e operai… premi Nobel ed uomini comuni…ognuno porta con sé la sua canzone, ognuno porta con sé la propria prigione, sigillati in una bolla d’aria che è il proprio ruolo ormai programmato, fissato.
Se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo cambiare la nostra testa, il nostro modo di pensare. E come ci dedichiamo a studiare una materia per sostenere l’esame, ci esercitiamo per riuscire in uno sport o ci applichiamo per imparare un lavoro, per svolgere un ruolo, così dobbiamo dedicarci all’allargamento del nostro “sogno”.
E’ il “sogno” che definisce la nostra realtà. E solo il “sogno” può farci uscire da questa strettoia che conduce alla monotonia del nostro canto che è dolore, paura, dubbio.
Giorno per giorno diventeremo sempre più bravi ad allargare le pareti del nostro sogno, a spostare, creare, modificare gli elementi del nostro sogno… Tutti i giorni saremo sempre più capaci di muoversi intelligentemente nel sogno e sapremo che questo è più concreto della nostra illusione di agire nella realtà. Nel “sogno” sposteremo oggetti… creeremo relazioni… risolveremo problemi.. guariremo.. entreremo in mondi inaccessibili.. ci tufferemo nell’invisibile e la realtà non farà che seguire a pari passo e prenderà la forma e la dimensione del nostro sogno come fa l’ombra con l’oggetto che la proietta.
Unity of Being is impossible because it is impossible to become what you already are.
Unity of Being is nothing else than the knowledge of oneself… as the creator of anything you see.. you feel.. you desire.. the knowledge of oneself as the only one.
Conoscere se stessi è scoprire che un uomo è solo nell’universo, responsabile di tutto quello che succede, che desidera, che gli appare. Conoscere se stesso come l’unico esistente… L’individuo è sempre solo.. Non si può sognare con altri… il sogno come la nascita, come la morte, è individuale.
Abbiate il coraggio di sognare. Abbiate il coraggio di essere individui… di essere da soli.. e di conquistare tutto quello che è possibile conquistare….nella nostra testa.
Non temere nulla nelle tenebre, né all’interno né all’esterno.
Confusione, dubbio, caos e crisi, rabbia, disperazione e dolore sono tutte condizioni eccellenti per crescere.
Trasforma questa terra in un paradiso. Dipende tutto da te.
Questa Terra è un pensiero bellissimo.