L’auto-osservazione è, per l’uomo, il vero ‘fare’ dall’interno

L’auto-osservazione è il ‘fare’ dall’interno

Nelle più terribili condizioni di prigionia e nella vita di ognuno di noi possiamo vedere come la gioia, l’entusiasmo, l’aspirazione, l’ottimismo, la positività moltiplichino la nostra capacità di trasformare gli ostacoli e le difficoltà in opportunità (La città del sole, Tommaso Campanella)

La scienza sa come calcolare l’energia necessaria per sollevare un certo peso o per spostare un tavolo. Può dirci quante calorie sono necessarie e quali alimenti e in quali quantità vanno consumati. Ma non sappiamo ancora da dove viene l’energia e come raccoglierla e gestirla per svolgere funzioni più complesse e più veramente umane e quale sia il segreto della loro interazione. Tommaso Campanella ha scritto “La città del sole” nelle più terribili condizioni di prigionia e nella vita di ognuno di noi possiamo vedere come gioia, entusiasmo, aspirazione, ottimismo, positività moltiplichino la nostra capacità di trasformare ostacoli e condizioni difficili in opportunità.

Ma come possiamo produrre e gestire l’energia necessaria?

È indubbio che mentre possiamo raddoppiare il numero dei pasti o delle ore di sonno senza aumentare, o addirittura ridurre, la capacità creativa e la reazione mentale ed emotiva equilibrata, possiamo anche osservare che un’emozione, per esempio, può moltiplicarsi molte volte per la forza fisica, la resistenza e lo sforzo di un uomo. L’energia più elevata sembra arrivare a sostegno delle funzioni fisiche e motorie ma, al contrario, l’energia grossolana non può fornire la propulsione ai centri intellettuali ed emotivi se non per un breve periodo di tempo, avvelenandoli e inondandoli.

Questo è ciò che accade quando si cerca, come spesso accade, di risolvere con il cibo o con il sonno situazioni che devono essere affrontate con l’energia che quegli alimenti non possono produrre correttamente. Il risultato è l’obesità e l’inerzia al posto della creatività, dell’intuizione e della forza di volontà.

Per comprendere la vera portata e la complessità della gamma e della complessità dell’alimentazione umana in relazione alla produzione di energia dobbiamo riconoscere l’esistenza di un alimento invisibile, ma di vitale importanza. Un cibo “sottile” fatto di percezioni, sensazioni ed emozioni che includono bellezza, ritmo e poesia tra i cibi veramente umani.

In un’epoca e in una società come la nostra, dove il cibo per cani e gatti ha raggiunto un così alto livello di qualità e raffinatezza negli ingredienti e nella presentazione, è necessario dare una nuova definizione a ciò che è veramente cibo per l’uomo.

Questa consapevolezza potrebbe rivoluzionare la concezione del cibo umano che non può più limitarsi semplicemente alla produzione, alla preparazione e al consumo, soprattutto con la nascita dei ristoranti per animali (uno è stato aperto di recente a Torino).

Infatti i ristoranti per un’umanità di stampo ancora quasi animalesco, agli albori della coscienza, sono sempre esistiti e la recente espansione del fast food, della ristorazione collettiva, non ha fatto altro che modernizzare l’aspetto, snellire l’organizzazione ed esagerare le caratteristiche.

E così si capisce che, oltre alla vanità della moda, riposarsi in una stanza di un elegante Hotel o cenare in un grande ristorante, ben serviti, avvolti da impressioni, sensazioni e percezioni di qualità, stanno aggiungendo un cibo prezioso, invisibile ma concreto, che completa e integra il sonno e il cibo, per ristorarci completamente.

L’organismo umano è quindi un laboratorio che continuamente affina e trasforma il materiale nutritivo esterno, passando dal più grossolano al più fine, per ottenere le diverse qualità di propellente da distribuire ai vari centri che ne hanno bisogno per operare.

Capire come funziona la macchina umana, la produzione e la gestione delle energie (ora possiamo usare il plurale) di cui ha bisogno, è essenziale per chiunque voglia governare la propria vita e quella degli altri uomini.

Per raggiungere queste conoscenze è necessaria una scuola preparatoria, un lungo processo di auto-osservazione e di sforzi così intensi che pochi uomini sono in grado di farlo. Questi uomini speciali sono esistiti in ogni epoca. Li chiamiamo leader o uomini straordinari. I greci li chiamavano eroi e semidei, gli unici che avevano diritto a un destino.

Nelle condizioni di una vita ordinaria, l’energia preziosa viene continuamente sprecata inconsciamente attraverso mille perdite che ogni giorno un uomo si provoca e produce negli altri, con la manifestazione e l’espressione di emozioni negative, modi di pensare e di agire mediocri, atteggiamenti fisici scorretti (posture) e la quasi continua recita interna di un canto di dolore, attraverso il quale mantiene al suo interno una condizione di nuvolosità pressochè permanente fatta di dubbi, preoccupazioni, ansie e paure.

L’energia viene spesa soprattutto per le emozioni inutili e spiacevoli, nell’attesa di cose spiacevoli, possibili e impossibili, nel malumore, nella fretta inutile, nel nervosismo, nell’irritabilità, nell’immaginazione negativa e nei sogni ad occhi aperti. L’energia viene sprecata nella tensione inutile dei muscoli, nelle chiacchiere perpetue, nel costante spreco della forza dell’attenzione.

Tanto che, dal punto di vista dell’energia e della sua gestione, la metafora più eloquente di un uomo comune è quella di un colabrodo. Egli infatti perde energia attraverso i mille buchi prodotti dalle migliaia di morti giornaliere; per non parlare dell’anarchia dei centri per cui in un uomo squilibrato ogni centro (motorio, intellettuale ed emotivo) tende a cercare di fare (male) il lavoro degli altri centri, rubandosi l’energia l’uno con l’altro. Così l’uomo fisico pensa e sente meccanicamente e ripetitivamente, mentre nell’uomo emotivo il pensiero e l’azione hanno un rapporto spastico tra loro e l’uomo mentale intellettualizza le sue emozioni prosciugandole.

“Purtroppo, c’è qualcosa che non va nel laboratorio. Le forze che controllano la distribuzione dei combustibili tra i diversi centri spesso commettono errori e i centri ricevono combustibile troppo debole o facilmente infiammabile. Inoltre, una grande quantità di tutti i combustibili prodotti viene spesa inutilmente; semplicemente si esaurisce; si perde… Va notato che l’organismo di solito produce nel corso di un giorno tutte le sostanze necessarie per il giorno successivo. E molto spesso accade che tutte queste sostanze vengano spese o consumate per emozioni inutili e, di norma, sgradevoli. Il cattivo umore, la preoccupazione, l’attesa di qualcosa di spiacevole, il dubbio, la paura, il sentirsi feriti, l’irritazione, ognuna di queste emozioni raggiungendo un certo grado di intensità può, in mezz’ora, o anche mezzo minuto, consumare tutte le sostanze preparate per il giorno successivo; mentre un singolo lampo di rabbia, o qualche altra emozione violenta, può far esplodere in una volta sola tutte le sostanze preparate in laboratorio e lasciare un uomo completamente vuoto interiormente per un lungo periodo di tempo o addirittura per sempre.

Tutti i processi psichici sono materiali. Non c’è un solo processo che non richieda il dispendio di una certa sostanza ad esso corrispondente. Se questa sostanza è presente, il processo continua. Quando la sostanza è esaurita, il processo si arresta”. (In Search of the Miraculous pag. 197/198 P.D. Ouspensky).

Possiamo determinare esattamente quanta energia fisica ci serva per sviluppare uno sforzo fisico e sappiamo come acquisirla e ricaricarla, ma non sappiamo di quale energia abbiamo bisogno per cambiare un pensiero, un’emozione o per uscire da un certo stato d’essere. Ma soprattutto non sappiamo come produrlo in noi e come gestirlo.

Ciò che è interessante è osservare che è quasi impossibile cambiare un pensiero, uno stato d’animo e un’emozione in noi stessi.

Un uomo ordinario, intrappolato nella ripetitività e nei deficit, bloccato nella routine emotiva, intellettuale e fisica, ha due modi possibili per lavorare su se stesso e per apportare aiuto a questa condizione: un modo interno e un modo esterno. L’ascolto di buona musica, letture ispiratrici, impressioni e sensazioni positive, di vitalità, il cambio intenzionale di un atteggiamento, di un’abitudine, di un comportamento, di uno sforzo fisico, o anche il cambiamento di una singola parola del vocabolario personale, produce energia che può modificare uno stato d’essere o intervenire su un preciso corso di pensieri. Questo è un aiuto esterno.

Le impressioni sono il cibo più elevato che assumiamo. Tutto ciò che vedi, tutto ciò che senti, i libri che leggi, le persone che incontri, entrano in te come impressioni. L’auto-osservazione è, per l’uomo, il modo di fare dall’interno.