Intervista ad Elio D’Anna Presidente della European School of Economics

#EuropeDay, interview with Elio D?Anna

D. Un imprenditore che vuole investire nel settore della formazione o della cultura, propone dei corsi brevi o di formazione nei settori delle comunicazioni e dei nuovi media. Nessuno rischia tutto quello che ha per fondare una Business School Internazionale. Ci potrebbe raccontare come è nato questo progetto così ambizioso?

R. Ho fondato una Scuola della responsabilità, una Scuola per filosofi d’azione, dove si insegni che la felicità è economia … che la ricchezza, l’agio e la bellezza sono diritto di nascita di ogni uomo… una Scuola che non avrà fine… A School for Gods … Apparentemente è stata ostacolata in tutti i modi, ma ogni difficoltà o nemico si è dimostrato in realtà il suo miglior alleato, parte integrante ed insostituibile di questa costruzione. Il Sogno della ESE è la ‘Rivoluzione Individuale’ capace di capovolgere i paradigmi mentali della vecchia umanità e liberarla per sempre dalla sua conflittualità, dal dubbio, dalla paura, dal dolore. Questa è una Scuola dedicata alla nuova generazione di leader che si stanno affacciando sul mondo del Business Internazionale, capaci di armonizzare gli apparenti antagonismi di sempre: economia ed etica, azione e contemplazione, potere finanziario e amore.

D. Le notizie di questi ultimi giorni mettono in evidenza un’Europa che sta attraversando dei momenti difficili, sia a livello economico che di valori. Come Lei vede tutto questo e quale prospettiva traccia per il futuro e Lei crede che vi sia un futuro per lo stato ‘Europa’?

R. Gli Stati Uniti d’Europa sono la conseguenza naturale della crescita e dello sviluppo di una coscienza europea. Credo che essere Europei, non debba limitarsi solo ad una occupazione geografica di una particolare area. Essere Europei, significa costruire dall’interno una forte consapevolezza individuale ed in ogni cittadino del pensiero europeo, significa trasferire interiormente il senso di appartenenza e di credo che permette ad ognuno di ‘sentirsi profondamente europeo’.

Essere cittadini dell’’Europa unita’ è il risultato di un processo di interiorizzazione della coscienza europea che porta in se la nascita di un forte patriottismo e l’invincibile consapevolezza dell’eternità della nazione chiamata Europa.

D. La crisi che oggi i paesi dell’Unione Europea stanno vivendo è al centro dell’attenzione del mondo della finanza e dell’economia. Tutti osservano l’ormai difficile situazione, senza riuscire a delineare una soluzione che appaia efficace e che riporti speranza verso un sistema economico europeo. Da quello che Lei dice si evince una prospettiva completamente diversa e nuova. Ce ne potrebbe parlare?

R. La domanda vera che dovremmo farci è: E se la crisi economica non fosse reale, ma fosse piuttosto frutto della proiezione delle nostre paure? Io credo che la crisi non esista e che sia un fenomeno soggettivo, non oggettivo. Noi proiettiamo le nostre idee, i nostri sogni, le paure, le ansie … se qualcosa si frappone tra noi e quello che riteniamo sia il ‘normale’ svolgimento dei fatti, lo viviamo con un senso di disorientamento. Quello che indico sempre ai ragazzi è di restare fedeli alla propria visione individuale, cercando di rimanere il più possibile vicini al proprio sogno e alla sua manifestazione.

Le Università di economia e le Scuole di Business hanno dimenticato le leggi della ricchezza, come si preparano  uomini  visionari,  utopisti  pratici,  capaci  di  dare concretezza  all’impossibile, capaci  di creare ricchezza e di sostenerla. Esse hanno dimenticato che dietro la ricchezza di un uomo, di un paese, di una civiltà c’è  sempre una invisibilità, un’idea,  una filosofia,  un sistema di valori che ne sono  la  vera  origine.  La  ricchezza  è  sempre   preceduta  da  una  coscienza   di  prosperità.   La convinzione che le risorse siano limitate, come erroneamente pensano e continuano ad insegnare gli economisti classici, è una millenaria profezia di sventura che si avvera per il fatto stesso di crederci ed è la causa stessa della povertà.

D. In conclusione quale suggerimento Lei desidera dare ai politici e ai governanti delle nazioni maggiormente in difficoltà come Grecia, Cipro, Italia e Spagna?

R: in economia come in politica la principale azione di ogni capo di stato deve essere quella di preparare una nuova generazione di leader, capaci di portare le soluzioni nel mondo.

Donne e Uomini liberi da tutte le ideologie, superstizioni, capaci di padroneggiare l’arte del sognare. Cellule guarite di una nuova umanità … essi saranno la salvezza di ogni nazione!