La consapevolezza di sé è composta da Attenzione e Intenzione
Ciò che deve entrare in gioco è la consapevolezza assolutamente personale di sentirsi imprigionati
Questo dolore interiore non deve essere ignorato; è l’impulso necessario per alimentare il sogno di libertà e di fuga dalla prigione.
I guardiani dell’eternità, che un giorno saranno i tuoi più fedeli alleati, non ti permetteranno mai di uscire dalla prigione che hai creato, in realtà tutto è fatto in modo che sia difficile, se non impossibile, per l’uomo uscire dalla prigione in cui è stato rinchiuso per tutta la vita.
Il mondo è Matrix, immerso in questa ipnosi, nel fluido amniotico popolato dalle nostre proiezioni e dalla nostra immaginazione. Crediamo di vivere in un universo di cui siamo solo una parte infinitesimale, senza alcuna speranza di nascita.
Quello che si è dimenticato è che siamo noi i creatori, gli architetti del mondo, come i nuovi Don Chisciotte che combattono contro i mulini a vento immaginari. Fino ad arrivare alla lotta contro noi stessi con l’illusione di poter cambiare anche solo un’espressione, un evento, una conseguenza.
Dovremmo invece concentrare tutta la nostra attenzione su come circoscrivere la realtà, isolando dentro di noi i singoli Stati che sono i veri generatori di questo mondo creato.
Il concetto di volontà è confuso con un falso senso di libertà, di indipendenza. In realtà obbediamo a richieste che filtrano attraverso i nostri occhi socchiusi, mentre il vero desiderio giace sepolto sotto una spessa coltre di bulimia.
“Tu stai proiettando tutto il tuo mondo! Dedicati alla fuga, alla rinascita. Lascia il tuo guscio invisibile agli occhi inconsapevoli. Pensi di decidere, di essere libero, ma se guardi il percorso che fai ogni giorno con estrema sincerità, ti accorgerai che di un intero universo a disposizione ne occupi solo pochi metri quadrati”.